Un KDI per un Mizar. Rehlko e Ferrari
Il Ferrari Mizar 70, equipaggiato dal Rehlko KDI 2504 TCD, entra nel mondo dell’elettronica con una nuova centralina veicolo con la quale ottiene il massimo dalla frizione elettroidraulica

C’è il 4 cilindri KDI 2504 TCR di Rehlko a sbalzo sull’assale anteriore del Mizar 70 di Ferrari. Questa configurazione consente di distribuire i pesi al 50% tra avantreno e retrotreno quando si lavora con attrezzi portati, per avere una guida più stabile ed esercitare una pressione minore sul terreno preservandone l’integrità. Il 2,5 litri americano-reggiano è sovralimentato, come tutta la nuova generazione post – Lombardini (KDI e KSD) con intercooler e common rail è tarato alla potenza massima di 46,3 chilowatt a 2.600 giri, (una coppia, indicativamente, intorno ai 250-260 Nm) sgravato dal fardello dell’erogazione di urea.
La meccanica del Mizar 70 a parte il KDI
Trattandosi di un motore a regolazione elettronica e quindi il regime voluto può essere impostato in modo rapido e preciso attraverso la manopola dell’acceleratore a mano presente sul cruscotto. Un pulsante consente inoltre di memorizzare il regime motore desiderato e, successivamente, di richiamarlo o escluderlo all’occorrenza. I rinnovamenti maggiori hanno interessato però la trasmissione, che ora, grazie alla nuova centralina veicolo (VCU) dispone di nuove funzioni esclusive come la frizione Easy Plus, il Power Clutch System e lo Smart Brake & Go.
La base comune a tutti i trattori prodotti dal gruppo BCS-Ferrari è il telaio integrale oscillante Os-Frame dotato di snodo centrale che consente all’avantreno un’oscillazione longitudinale fino a 15° rispetto al retrotreno. Ciò permette alle quattro ruote del trattore di mantenere costantemente il contatto con il suolo, scaricando a terra tutta la potenza del motore per aumentare forza di trazione e sicurezza.
Realizzato in un’unica fusione in ghisa, alloggia al suo interno la trasmissione del trattore, e nel caso delle versioni AR è dotato di un’articolazione centrale che grazie a un doppio cilindro di sterzo consente al trattore di compiere le svolte mantenendo sempre le ruote posteriori sulla stessa traiettoria delle anteriori. L’adozione di riduttori epicicloidali su entrambi gli assali, più compatti rispetto a quelli a cascata, oltre ad accrescere le doti di trazione e affidabilità, ha poi permesso di contenere al minimo il passo del trattore (1.480 millimetri) che quindi si presta benissimo a impieghi dove gli spazi di manovra sono ristretti.
Fila liscio come l’olio
Grazie alla centralina elettronica che tramite algoritmi di lavoro supporta l’operatore nell’utilizzo ottimale del pedale della frizione, gli innesti sono ora sempre dolci, graduali e senza strappi indipendentemente dallo stato in cui si trova ad operare il trattore, sia esso in piano o in pendenza, a pieno carico o meno. Il sistema non necessita di alcun tipo di regolazione da parte dell’operatore e consente l’ingaggio della frizione in tempi molto ridotti con l’ulteriore vantaggio di minimizzare l’usura dei componenti della frizione stessa.